Il fumo è la principale causa di morte evitabile. Esso, per esempio, è correlato a 1 caso di tumore ogni 3. In Italia, sono attribuibili al fumo oltre 93.000 decessi all’anno (fonte AIRC).
Ma perché fumare è così pericoloso?
La combustione di una sigaretta sprigiona circa 7.000 sostanze, di cui oltre 200 tossiche/irritanti e almeno 60 con potere cancerogeno per l’essere umano.
Tra le sostanze irritanti, si segnalano la nicotina (responsabile anche della dipendenza dal fumo di sigaretta), il monossido di carbonio, l’acido cianidrico, l’acetone, il toluene e l’ammoniaca.
Tra le sostanze cancerogene (che sono quelle più temute perché favoriscono i processi tumorali), invece, figurano, tanto per citarne alcune: ammine aromatiche, formaldeide, catrame, cadmio, arsenico, acetaldeide, polonio-210, benzene.
Indice
Quali danni provoca il fumo?
Il fumo provoca danni a numerosi organi e tessuti del corpo umano. Le strutture a risentirne sono, senza dubbio, le vie aeree, i polmoni, la bocca e la gola, e quelle dell’apparato cardiocircolatorio (vasi sanguigni e cuore).
Importanti conseguenze, tuttavia, sono possibili anche a livello di apparato digerente (soprattutto esofago e stomaco, ma anche intestino, pancreas e fegato), pelle, organi dell’apparato riproduttore, ossa, apparato urinario (dai reni alla vescica) e occhi.
Nel dettaglio:
- danni alle vie aeree e ai polmoni: il fumo danneggia e pregiudica la motilità delle ciglia vibratili presenti lungo l’apparato respiratorio, le quali hanno un ruolo chiave nel bloccare e rimuovere le sostanze irritanti e tossiche per i polmoni. La permanenza lungo le vie aeree di tali sostanze dovuto a un sistema di pulizia non più efficace predispone a svariate condizioni, tra cui asma, polmonite, enfisema, BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva), bronchite acuta e tumore al polmone.
- danni alla bocca e alla gola: a livello orale e della gola, il fumo è responsabile di alito cattivo, denti macchiati, predisposizione alle malattie gengivale e aumento del rischio per tumori quali quello della gola, della lingua, della laringe e delle corde vocali;
- danni all’apparato cardiocircolatorio: a livello cardiocircolatorio, il fumo favorisce la formazione di coaguli sanguigni anomali, l’innalzamento della pressione sanguigna arteriosa (ipertensione), l’aterosclerosi, l’aumento della frequenza cardiaca basale e una ridotta ossigenazione dei tessuti. Tutto ciò aumenta il rischio per accidenti cardiovascolari, come ictus, infarto del miocardio, coronaropatia e arteriopatia periferica;
- danni a esofago e stomaco: il fumo può danneggiare il cardias, ossia la valvola che impedisce la risalita del contenuto dello stomaco verso l’esofago. Un cardias compromesso favorisce la malattia da reflusso gastroesofageo, una condizione che predispone al tumore dell’esofago. A livello gastrico, invece, compromette la parete interna dello stomaco e tende a creare un ambiente ideale alla proliferazione di Helicobacter pylori, un batterio che può causare dolorose ulcere peptiche e aumentare il rischio di cancro dello stomaco;
- danni alla pelle: il fumo compromette la circolazione sanguigna all’interno dei vasi che nutrono e ossigenano la pelle. Tutto ha, per conseguenza, una maggiore lentezza nei processi di guarigione, l’invecchiamento precoce della pelle, l’ingiallimento e l’inaridimento della cute e un rischio aumentato per le infezioni cutanee e altre malattie come acne, psoriasi e tumori;
- danni all’apparato riproduttore: nell’uomo, il fumo può causare problemi di erezioni e impotenza. Nella donna, invece, può ridurre la fertilità, favorire le infezioni da papilloma virus umano e la menopausa precoce, e aumentare il rischio per i tumori della cervice uterina;
- danni alle ossa: a livello scheletrico, il fumo può compromettere l’architettura ossea interna, favorendo l’osteoporosi, una condizione associata a un rischio aumentato per le fratture ossee;
- danni all’apparato urinario: il fumo può favorire i tumori del rene e della vescica.
Insomma, appare evidente che smettere di fumare, o ancora meglio non iniziare affatto, è la cosa migliore per la nostra salute.
Il rapporto tra fumo e tumori
È noto a tutti che il fumo è un fattore di rischio per i tumori. Esso, infatti, è in grado di favorire il processo tumorale in due modi:
- tramite un danno al DNA: le sostanze cancerogene del fumo possono provocare mutazioni a carico del DNA contenuto nelle cellule. Quando queste mutazioni colpiscono i geni regolatori della crescita e della proliferazione cellulare, può avere inizio il processo di cancerogenesi;
- tramite un indebolimento del sistema immunitario: oltre a contrastare le infezioni, il sistema immunitario si occupa anche di sopprimere le cellule che hanno comportamenti anomali (es: crescita incontrollata), come quelle tumorali. Indebolendo le difese immunitarie, il fumo priva l’organismo umano di un sistema di protezione fondamentale contro il processo di cancerogenesi.
Masse cellulari caratterizzate da una crescita fuori controllo, i tumori sono il risultato di un lento accumulo di mutazioni a carico del DNA cellulare. In particolare, queste mutazioni riguardano i geni che producono le proteine coinvolte nella regolazione della crescita e della proliferazione cellulare. Per colpa di queste mutazioni, i geni coinvolti producono proteine alterate, incapaci di regolare correttamente la divisione e lo sviluppo delle cellule. La conseguenza di tutto ciò è la proliferazione cellulare fuori controllo che caratterizza la tumorigenesi (formazione dei tumori).
Perché smettere di fumare: i benefici per la salute
Smettere di fumare è una decisione salutistica che, se mantenuta, ha numerosi benefici:
- migliora le capacità fisiche: già dopo 3 giorni dall’ultima sigaretta, gli ex fumatori possono constatare di respirare meglio, e già dopo 1 settimana di avere più fiato, più energie e più voglia di fare;
- migliora la salute dell’apparato respiratorio: dopo l’ultima sigaretta, le ciglia vibratili presenti lungo le vie aeree tornano alla normalità, proteggendo correttamente i polmoni dall’ingresso di irritanti e sostanze tossiche. Inoltre, il tessuto polmonare avvia un processo di guarigione che può impiegare 15-20 anni per far sì che i polmoni di un ex fumatore siano paragonabili a quelli di un individuo non fumatore;
- migliora la funzione cardiocircolatoria: già dopo 20 minuti dall’ultima sigaretta, gli effetti vasocostrittori della nicotina tendono a svanire, con il conseguente calo della pressione sanguigna. Anche l’ossigenazione dei tessuti migliora in poco tempo;
- riduce il rischio di patologie cardiovascolari, quali ictus e infarto del miocardio: smettendo di fumare, la circolazione sanguigna migliora, grazie anche alla rigenerazione e riparazione della superficie interna dei vasi, processi che sono deficitari nel soggetto fumatore. Da ciò ne consegue una riduzione del rischio di aterosclerosi e delle patologie correlate, ictus e infarto del miocardio in primis. Gli esperti sostengono che occorrono dai 5 ai 15 anni perché, nell’ex fumatore, il rischio di ictus e di infarto del miocardio sia paragonabile a una persona che non ha mai fumato;
- riduce il rischio di tumore: dopo 5-10 anni dall’ultima sigaretta, il rischio per tumori quali quello della bocca, della gola, della vescica, del polmone e dell’esofago si riduce di un 50%;
- ringiovanisce la pelle: con il miglioramento della circolazione sanguigna, anche la pelle ne trae vantaggi;
- migliora l’aspetto dei denti e la qualità dell’alito: i denti hanno bisogno di più tempo, mentre per l’alito bastano pochi giorni;
- migliora la vita sessuale e incrementa la fertilità: il potenziamento della circolazione sanguigna ha un impatto positivo anche sulle capacità erettile dell’uomo. Nella donna, invece, si assiste a un incremento della fertilità;
- migliora il senso del gusto e dell’odorato: è un processo tutto sommato rapido, di cui è possibile accorgersi già dopo 48 ore. Il miglioramento del senso del gusto consente di apprezzare meglio i cibi;
- evita che amici e parenti siano esposti al fumo passivo: il fumo passivo provoca danni paragonabili a quelli del fumo attivo, specialmente nei più piccoli.
Smettere di fumare ha effetti sulla salute in alcuni casi immediati o comunque molto veloci e in altri casi più lenti.
Sebbene sia vero che alcuni danni prodotti dal fumo siano irreversibili (è il caso, per esempio, della BPCO correlata al fumo), è altrettanto vero che non è mai troppo tardi per smettere di fumare: in ogni caso, la persona che compie questa importante scelta salutistica vedrà migliorare il suo stato di salute, la sua performance respiratoria e la qualità della sua vita.
Riepiloghiamo i benefici di smettere di fumare, in breve:
- dopo 8 ore dall’ultima sigaretta, i livelli di ossigeno nel sangue tornano alla normalità;
- dopo 24 ore, i livelli ematici di monossido di carbonio sono fortemente ridotti;
- dopo 2-5 giorni, il senso del gusto e dell’olfatto migliorano;
- dopo 3 giorni, la respirazione migliora;
- dopo 1 settimana, si hanno più fiato, più energia e più forza;
- dopo 3 settimane, ci si sente più attivi;
- dopo 4 settimane, le capacità di erezione nell’uomo migliorano;
- dopo 3 mesi, le ciglia polmonari iniziano a migliorare e la tosse cronica si riduce;
- dopo 3-6 mesi, gli ex fumatori che ingrassano dopo aver smesso tornano a livelli di peso normali;
- dopo 3-9 mesi, la respirazione migliora ancora e la funzione polmonare aumenta del 20-30%;
- dopo 1 anno, il rischio di infarto miocardico connesso al fumo si riduce del 50%;
- dopo 5 anni, il rischio di eventi coronarici maggiori è paragonabile a quello di un individuo non fumatore;
- dopo 5-15 anni, il rischio di ictus cerebrale torna ai livelli di chi non ha mai fumato;
- dopo 10 anni, il rischio di sviluppare il tumore al polmone si è ridotto di un 30-50% rispetto a chi continua a fumare;
- dopo 10-15 anni, il rischio di morte per tutte le cause correlate al fumo è simile a quello di chi non ha mai fumato;
- dopo 15 anni, il rischio di coronaropatia torna a essere simile a quello di chi non ha mai fumato.
Come smettere di fumare?
Smettere di fumare è un passo difficile da compiere; non a caso, moltissime persone ci riescono soltanto dopo diversi tentativi.
Per smettere di fumare, serve autocontrollo e una grande forza di volontà. Del resto, si tratta di abbandonare un’abitudine radicata, che comporta non solo una dipendenza mentale ma anche fisica: già dopo 24 ore dall’ultima sigaretta e per alcuni giorni successivi, infatti, l’ex fumatore comincia a sviluppare sintomi da astinenza quali irritabilità, difficoltà a dormire, ecc., che possono portare ad abbandonare il percorso.
Esistono numerose strategie per smettere di fumare. Tra queste si segnala, in particolare, quella proposta dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), la quale prevede un percorso suddiviso in tre fasi:
- preparazione alla cessazione: serve a rafforzare la motivazione a smettere e a ridurre il numero di sigarette;
- cessazione: prevede l’astensione totale dal fumo per almeno 24 ore;
- mantenimento: aiuta a consolidare nel tempo la scelta di non fumare più e a evitare ricadute.
Ecco, nei dettagli, le singole fasi e cosa comportano.
Preparazione alla cessazione
La fase di preparazione alla cessazione prevede una serie di step fondamentali, che sono:
- riflettere rispetto ai motivi per cui si è iniziato a fumare e ai motivi per cui si vuole smettere: fissare i motivi è un aspetto fondamentale, perché è sulla base di questi che si fondano motivazione e forza di volontà;
- studiare e conoscere le sigarette, e cosa esse contengono, in modo da rendersi conto a cosa è esposto l’organismo ogni volta che si fuma;
- preparare il corpo, anche all’astinenza da nicotina, con rimedi come bere molta acqua (che aiuta a eliminare più velocemente la nicotina dall’organismo), mangiare più frutta e verdura (per facilitare la disintossicazione) e praticare attività fisica ed esercizi di respirazione (per migliorare la gestione dell’ansia dovuta all’astinenza o alla riduzione del numero di sigaretta);
- riflettere su tutti gli svantaggi di fumare, compreso il fumo passivo e l’impatto che sulle risorse economiche personali;
- tenere un diario su cui annotare cosa spinge a fumare e cosa invece riesce ad attenuare questo desiderio;
- fissare la data in cui si smetterà di fumare e comunicarla ad amici e parenti.
La fase di preparazione alla cessazione è un tappa del percorso in cui, di fatto, la persona ancora fuma, ma si sta preparando a smettere e a fronteggiare le possibili cause di fallimento del proposito.
Cessazione
La fase di cessazione corrisponde al momento in cui effettivamente si smette di fumare.
È il momento più difficile dell’intero percorso, in quanto, come detto, i primi giorni sono caratterizzati dall’astinenza da nicotina, una condizione che causa sintomi fisici difficili da gestire.
Tuttavia, è possibile superarli, soprattutto alla luce del fatto che il desiderio impellente di fumare dura soltanto pochi minuti, poi svanisce.
Per contrastare l’astinenza da nicotina e vincere la voglia di fumare, la guida dell’ISS propone diverse strategie, che fungono sostanzialmente da alternative all’atto di fumare. Tra queste, figurano:
- fare una doccia;
- leggere un libro o una rivista;
- mangiare un frutto o bere acqua;
- trovare un sostituto della sigaretta, come per esempio una gomma da masticare senza zucchero;
- trovare un passatempo o tenersi occupati;
- evitare la compagnia di persone fumatrici;
- fare una telefonata;
- praticare attività fisica.
Per risultare vincenti durante la fase di cessazione, è molto importante individuare qualcosa che sostituisca ciò che un tempo era la sigaretta, soprattutto quando i sintomi da astinenza sono nella loro fase più intensa.
Mantenimento
Il mantenimento è l’ultima fase del percorso, quella che stabilisce se si è smesso di fumare in via definitiva oppure no.
Le ricadute sono possibili, ma, come specifica l’Istituto Superiore di Sanità, non vanno intese come un fallimento o una sconfitta; semmai, vanno viste come un’opportunità di crescita, utile a capire cosa ha spinto a fumare nuovamente, così da evitarlo al prossimo tentativo.
Domande frequenti (FAQ)
Il fumo è la principale causa di morte evitabile. È correlato a un caso di tumore su tre e in Italia causa oltre 93.000 decessi all’anno. La combustione di una sigaretta sprigiona circa 7.000 sostanze, di cui oltre 200 tossiche/irritanti e almeno 60 cancerogene.
Tra le sostanze irritanti ci sono la nicotina (che causa dipendenza), il monossido di carbonio, l’acido cianidrico, l’acetone, il toluene e l’ammoniaca. Le sostanze cancerogene includono ammine aromatiche, formaldeide, catrame, cadmio, arsenico, acetaldeide, polonio-210 e benzene
Il fumo danneggia numerosi organi e tessuti. Le vie aeree, i polmoni, la bocca, la gola e l’apparato cardiocircolatorio sono particolarmente colpiti. Anche l’apparato digerente, la pelle, gli organi riproduttivi, le ossa, l’apparato urinario e gli occhi possono subire danni significativi.
Il fumo favorisce il processo tumorale in due modi. Può causare danni diretti al DNA cellulare tramite sostanze cancerogene, portando a mutazioni. Inoltre, indebolisce il sistema immunitario, che normalmente si occupa di sopprimere le cellule anomale come quelle tumorali, privando l’organismo di questa protezione fondamentale.
Smettere di fumare migliora le capacità fisiche, la salute dell’apparato respiratorio e la funzione cardiocircolatoria. Riduce il rischio di patologie cardiovascolari come ictus e infarto, e il rischio di vari tipi di tumore. Porta anche benefici estetici come pelle più giovane, denti migliori e alito più gradevole, oltre a migliorare gusto, olfatto, vita sessuale e fertilità. Evita inoltre l’esposizione al fumo passivo per amici e parenti.
Sì, alcuni effetti sulla salute sono immediati o molto veloci. Dopo 8 ore, i livelli di ossigeno nel sangue tornano normali. Dopo 24 ore, i livelli di monossido di carbonio si riducono drasticamente. Entro pochi giorni migliorano gusto, olfatto e respirazione. Dopo una settimana si hanno più fiato ed energia.
Smettere di fumare è un passo difficile e molte persone ci riescono solo dopo diversi tentativi. Richiede autocontrollo e forza di volontà perché si tratta di abbandonare un’abitudine radicata con dipendenza mentale e fisica. Nei primi giorni si manifestano sintomi da astinenza che possono rendere il percorso arduo.
Dopo circa 24 ore dall’ultima sigaretta compaiono sintomi di astinenza come irritabilità, difficoltà a dormire, ansia e cefalea. Il forte desiderio di fumare (craving) è normale, ma dura solo pochi minuti e poi svanisce.
Esistono numerose strategie per smettere. L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) propone un percorso in tre fasi: preparazione alla cessazione, cessazione e mantenimento. È importante avere autocontrollo, forza di volontà e, se necessario, cercare sostegno.
Le fasi sono tre:
1) Preparazione alla cessazione: Serve a rafforzare la motivazione, riflettere sui motivi per cui si fuma e si vuole smettere, e preparare corpo e mente;
2) Cessazione: Corrisponde al momento in cui si smette effettivamente di fumare, affrontando i sintomi da astinenza.
3) Mantenimento: Aiuta a consolidare la scelta di non fumare nel tempo e prevenire le ricadute.
È utile trovare alternative all’atto di fumare. Si può fare una doccia, leggere, mangiare frutta o bere acqua, usare gomme da masticare senza zucchero, tenersi occupati, evitare la compagnia di fumatori, fare una telefonata o praticare attività fisica. Il desiderio intenso dura solo pochi minuti.