La prevenzione terziaria delle malattie oncologiche consiste in quell’insieme di visite, esami e comportamenti finalizzati alla riduzione del rischio di recidive e all’individuazione precoce di eventuali ricadute (sinonimo di recidive), metastasi ed effetti collaterali delle terapie oncologiche.
Come indicato anche dall’AIRC, la prevenzione terziaria corrisponde al follow-up, ovvero quel percorso di controlli distanziati nel tempo che inizia dopo la conclusione dei trattamenti per la fase acuta del tumore.
Indice
- Perché è importante la prevenzione terziaria oncologica?
- Quali visite ed esami prevede la prevenzione terziaria dei tumori?
- Importanza di uno stile di vita sano nella prevenzione terziaria oncologica
- Quando e perché potrebbe servire un supporto psicologico?
- Scanxiety, cos’è e come ridurla?
- La prevenzione terziaria dei tumori funziona?
- Conclusioni
Perché è importante la prevenzione terziaria oncologica?
La prevenzione terziaria oncologica è uno strumento di controllo e monitoraggio, che contribuisce a proteggere la salute e il benessere delle persone reduci da una malattia come il cancro, provante sia sotto l’aspetto fisico che sotto quello psicologico.
Se da un lato la prevenzione terziaria può generare un senso d’ansia legato alla paura dell’esito degli esami, dall’altro può aiutare a guardare con maggiore fiducia al futuro, soprattutto quando tutto procede per il verso giusto, con gli esami che danno esito negativo.
La prevenzione terziaria delle malattie oncologiche va intesa come un modo per tenersi controllati, per un’esistenza migliore dopo la malattia. Le paure e l’ansia che ne possono derivare sono parte integrante del percorso e così andrebbero interpretate e affrontate, senza farsi sopraffare, cosa che potrebbe portare anche a un’interruzione degli esami.
Quali visite ed esami prevede la prevenzione terziaria dei tumori?
Dal punto di vista di visite ed esami, la prevenzione terziaria dei tumori comprende:
- prelievi di sangue per il rilevamento dei marcatori tumorali: alcuni esempi di marcatori tumorali sono il CA125 nel caso del tumore dell’ovaio e il PSA nel caso del tumore alla prostata;
- indagini strumentali periodiche: queste variano in funzione del tumore che è stato curato e di quanto riportato nelle linee guida sui follow-up oncologici. Tanto per fare un esempio, nelle donne reduci da un tumore del seno, un esame strumentale da ripetere periodicamente è la mammografia;
- visite oncologiche di controllo: rappresentano un’occasione per discutere con l’oncologo dell’esito degli esami e per fare il punto della situazione relativamente allo stato di salute e a quali saranno i controlli futuri. È molto importante una collaborazione attiva tra paziente e medico di riferimento, in quanto ciò può aiutare lo specialista a inquadrare meglio la situazione. Le visite di controllo costituiscono anche il momento ideale per comunicare eventuali problematiche psicologiche al medico di riferimento, il quale provvederà a indicare le possibili strategie di supporto.
Se all’inizio del percorso di follow-up visite ed esami sono più frequenti, con il tempo e se tutto procede per il meglio le pause tra i controlli divengono progressivamente più lunghe. Questo ha un risvolto psicologico positivo: la riduzione della frequenza dei controlli, infatti, è, per il paziente, qualcosa di rassicurante, in quanto potrebbe significare verosimilmente che il tumore è stato curato con successo.
Importanza di uno stile di vita sano nella prevenzione terziaria oncologica
La prevenzione terziaria delle malattie oncologiche non si basa soltanto su visite ed esami, ma anche su comportamenti e abitudini all’insegna della salute.
Ecco, allora, che assume un’importanza fondamentale:
- adottare una dieta sana, varia ed equilibrata: mangiare bene e in modo vario protegge l’organismo dalle recidive in modo molto simile a come protegge dal tumore primario, quando si è ancora sani. Come suggerito dagli studi, una dieta sana e equilibrata è in grado di ridurre la mortalità per cancro nelle persone reduci da una neoplasia;
- praticare regolare attività fisica: è importante perché favorisce il recupero fisico (per esempio, da un importante e provante percorso di cure), allevia lo stress, contrasta la fatigue (ovvero quella sensazione di stanchezza fisica e mentale che spesso caratterizza la fase successiva alle cure oncologiche), migliora la condizione fisica generale e aiuta a prevenire l’obesità, un fattore di rischio per recidive in diversi tumori;
- non fumare: il fumo figura tra i principali fattori di rischio tumorale;
- non bere alcolici: oltre a favorire la comparsa di alcuni tumori, l’alcol danneggia la salute anche sotto altri aspetti, per esempio compromettendo l’assorbimento dei nutrienti del cibo.
Questi comportamenti e abitudini rappresentano un caposaldo anche della prevenzione primaria dei tumori, a conferma di quanto la loro adozione quotidiana sia salutare e favorisca il benessere dell’organismo umano.
Dieta
Le principali indicazioni per una dieta sana, finalizzata alla prevenzione terziaria dei tumori, sono:
- mangiare ogni giorno almeno 5 porzioni di frutta e di verdura: è importante puntare sulla varietà;
- consumare legumi ad alto contenuto di fibre, come piselli e fagioli: è bene puntare sul prodotto ancora da cucinare, piuttosto che su quello in scatola, che è processato;
- ridurre il consumo di proteine e grassi animali: in particolar modo, è consigliato limitare le carni rosse e le carni lavorate (salumi/insaccati);
- inserire nella dieta settimanale il consumo di pesce, una fonte di proteine alternativa alla carne e ricca in omega-3;
- mangiare cibi ad alto contenuto di nutrienti, come uova, frutta secca (non salata), il già citato pesce, ecc.;
- preferire i cereali integrali (pasta integrale, pane integrale, segale, farro, avena, orzo, ecc.) a quelli raffinati (pane bianco, pasta di semola tradizionale, riso tradizionale, ecc.);
- ridurre il consumo di cibi e bevande zuccherate.
Una dieta sana ed equilibrata è fondamentale per mantenere nella norma il peso corporeo e per proteggere da sovrappeso e obesità, condizioni che, per esempio, in una donna che ha sofferto di tumore al seno rappresentano un fattore di rischio per recidive.
Attività fisica
In assenza di controindicazioni e se lo stato di salute lo permette, l’OMS raccomanda anche a chi è sopravvissuto al cancro di:
- praticare settimanalmente tra i 150 e i 300 minuti di attività fisica aerobica di intensità moderata o tra i 75 e i 150 di attività fisica aerobica intensa;
- ridurre il tempo giornaliero trascorso in attività sedentarie, salvo non sia per dormire.
Inoltre, per ulteriori benefici, indica di svolgere almeno 2 volte a settimana esercizi di potenziamento muscolare, per promuovere la salute di ossa, muscoli e articolazioni, e almeno 3 volte a settimana esercizi di miglioramento della mobilità articolare e dell’equilibrio, per ridurre il rischio di cadute accidentali.
Quando e perché potrebbe servire un supporto psicologico?
Le visite e gli esami di controllo sono senza dubbio uno strumento di monitoraggio prezioso e utile.
Tuttavia, per molte persone reduci da un tumore e da un percorso di cure fortemente provante dal lato fisico e da quello psicologico sono un’ulteriore fonte di ansia e stress. Ci sono pazienti che vivono male l’avvicinarsi delle visite di controllo, sviluppando problematiche del sonno o adottando comportamenti assolutamente non salutistici come fumare; altri, invece, per evitare queste sensazioni poco gradevoli, finiscono per rinunciare al percorso di follow-up.
Tutto nasce, chiaramente, dalla paura che il tumore possa ripresentarsi e che gli esami mostrino segni di recidive.
Un servizio di supporto che può rivelarsi di enorme aiuto nella fase di follow-up è l’assistenza psicologica, verso la quale, tante volte, è lo stesso oncologo di riferimento a indirizzare il paziente.
È per far fronte a queste problematiche psicologiche che è nata la figura professionale del psiconcologo, uno psicologo specializzato nell’aiutare sotto il profilo psicologico il paziente oncologico anche dopo il trattamento della patologia.
Scanxiety, cos’è e come ridurla?
La scanxiety è un neologismo inglese, coniato dalla comunità degli psicologi, per indicare l’ansia e la paura che sperimentano i pazienti reduci da un tumore quando si avvicina il momento di un esame strumentale, come la TC o la PET (in inglese, “scan” si riferisce agli esami di imaging, mentre “anxiety” è l’ansia).
Il passare del tempo e gli esiti negativi degli esami sono senza dubbio fattori determinanti nel ridurre la scanxiety.
Come suggerisce l’American Cancer Society, però, un ruolo importante può giocarlo anche un dialogo aperto tra paziente e oncologo: chiedere quali sono le probabilità di recidiva, come si svolge il follow-up, quali sintomi monitorare (anche in funzione dei trattamenti ricevuti) può essere di enorme aiuto nel comprendere meglio il proprio caso e nel vivere in modo differente l’avvicinarsi dei controlli.
Inoltre, potrebbe rivelarsi prezioso prendere contatto con le associazioni di pazienti e, come indicare Mayo Clinic, un importante clinica statunitense, frequentare gli amici e programmare attività nuove, gite e uscite, il tutto per distrarsi e alleggerire la tensione.
La prevenzione terziaria dei tumori funziona?
Oggi, le persone che ricevono una diagnosi di cancro hanno molte più probabilità di sopravvivere rispetto al passato. Come riportato dall’AIRC, in Italia, tra il 2006 e il 2021, la mortalità per cancro nei giovani adulti si è ridotta del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini.
Questo progresso è frutto del miglioramento delle terapie, di una maggiore adesione alle campagne di screening e di una maggiore consapevolezza del paziente rispetto all’importanza della prevenzione terziaria.
Quindi, tornando alla domanda iniziale: sì, la prevenzione terziaria dei tumori gioca un ruolo fondamentale nella riduzione della mortalità per cancro.
Conclusioni
La prevenzione terziaria delle malattie oncologiche rappresenta un caposaldo del percorso di gestione dei tumori, che inizia alla conclusione dei trattamenti.
Grazie agli esami periodici e al supporto psicologico, chi è reduce da un tumore può tenersi sotto controllo, riducendo il rischio e favorendo la diagnosi precoce di eventuali ricadute.