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Dengue e zanzare: come proteggersi in Italia e all’estero

da | Ago 7, 2025

La dengue è un’infezione virale originaria delle zone tropicali e subtropicali, trasmessa dalle zanzare, in particolare quelle appartenenti alle specie Aedes aegypti, al momento non ancora presente in Italia, e Aedes albopictus (zanzara tigre), invece ampiamente diffusa.

La dengue è un’infezione autolimitante (cioè guarisce da sola), dalla prognosi benigna per la maggior parte delle persone colpite. Tuttavia, in rari casi, soprattutto tra le persone più fragili e che hanno già contratto l’infezione una prima volta, può rendersi protagonista di una grave complicanza, potenzialmente letale, nota come febbre dengue emorragica

Poiché non esiste una cura, la prevenzione rimane l’arma migliore contro questa infezione.
Approfondiamo insieme, e analizziamo con maggiori dettagli cos’è la dengue, come si trasmette, quali sintomi provoca, come riconoscere la febbre emorragica che ne può derivare e quali sono le misure di prevenzione.

Cos’è la dengue?

Anche nota come “febbre spacca-ossa”, la dengue è un’infezione trasmessa dalle zanzare attraverso le loro punture.

In genere, come accennato, ha un’evoluzione benigna; più raramente, assume i connotati di una febbre emorragica (febbre dengue emorragica), che può causare emorragie e risultare perfino fatale.

La dengue è endemica (ovvero propria di un determinato territorio) in oltre 100 Paesi sparsi tra Africa, le Americhe, il Sud e il Sud-Est dell’Asia e le zone occidentali del Pacifico (es: Australia).

Come si trasmette la dengue: le cause

La dengue è dovuta a un virus, chiamato DENV, di cui esistono quattro ceppi differenti (identificati semplicemente con i numeri da 1 a 4) ed è  diffuso, come anticipato, soprattutto nelle zone tropicali e subtropicali di continenti quali Africa, America, Asia e Oceania

Qual è il ruolo delle zanzare nella trasmissione della dengue?

Nella trasmissione della dengue, la zanzara ha un ruolo chiave: essa, dopo aver punto una persona infetta, diventa vettore dell’infezione e può contagiare altri individui nel momento in cui li punge.

Il virus della dengue, dapprima, si replica nell’intestino dell’insetto e, successivamente, si diffonde ai tessuti secondari, ghiandole salivari comprese, facendo diventare in questo modo la zanzara il vettore dell’infezione.

Sono due le specie di zanzare coinvolte nella trasmissione della dengue: Aedes aegypti, che è la principale, e Aedes albopictus, anche nota come zanzara tigre (secondo l’OMS, le infezioni in cui è coinvolta Aedes albopictus sono in aumento dal 2023).

Entrambe queste specie sono originarie delle zone tropicali e subtropicali, ma negli ultimi decenni, hanno raggiunto anche altre aree geografiche, trovando un ambiente a loro favorevole in termini di sopravvivenza e diventando in alcuni casi anche endemiche.

Per quanto concerne l’Italia, mentre la cosiddetta zanzara tigre è ampiamente diffusa in molte regioni, la specie Aedes aegypti (la più pericolosa in ottica trasmissione della dengue) sembra, almeno per il momento, non essere ancora presente sul territorio.

Si segnala che queste stesse specie Aedes associate alla dengue agiscono da vettori anche per altre malattie infettive, tra cui la zika e la chikungunya.

La dengue è contagiosa?

La dengue non è un’infezione contagiosa; pertanto, non è trasmissibile direttamente da persona a persona. L’unico modo per contrarre la dengue è, infatti, tramite la puntura di zanzara.

Questo ha un’importante implicazione in chiave preventiva: proteggersi dalle zanzare in modo attento e scrupoloso può ridurre il rischio di infettarsi e contrarre la malattia.

Quali sono i sintomi della dengue?

In genere, la dengue comincia a manifestarsi da 4 a 10 giorni dopo la puntura della zanzara infetta.

I sintomi tipici dell’infezione sono: 

  • febbre alta, anche a 40°C;
  • dolore intenso attorno e dietro gli occhi;
  • eruzione cutanea maculopapulare pruriginosa (normalmente compare dopo qualche ora dall’insorgenza della febbre);
  • nausea e vomito;
  • dolori muscolari, alle ossa e alle articolazioni.

Questa sintomatologia dura generalmente dai 3 ai 7 giorni.

È importante segnalare che, in un significativo numero di casi, la dengue è asintomatica o provoca soltanto una sintomatologia di lieve entità, tanto che per qualcuno rappresenta soltanto una condizione di gravità modesta.

Quali sono le complicanze: la febbre emorragica

È poco comune, ma possibile soprattutto tra bambini, anziani e persone con una malattia cronica, che la dengue provochi delle emorragie interne, dalle conseguenze potenzialmente letali.

Questa complicanza dell’infezione è anche nota come febbre dengue emorragica, per richiamare il problema delle emorragie interne, ed è da considerarsi un’emergenza medica, che richiede cure immediate.

L’esatto meccanismo con cui il virus della dengue causa febbre emorragica è ancora al vaglio degli studi; secondo quanto riportano le ricerche (tra cui questa), però, sembra che il virus scateni questa pericolosa condizione quando, in qualche modo, riesce a interferire con il normale meccanismo di coagulazione del corpo umano e con il sistema immunitario

Nella febbre dengue emorragica si osserva un calo delle piastrine (cellule del sangue fondamentali per la coagulazione), un danno ai vasi sanguigni e, complice una risposta infiammatoria anomala, la fuoriuscita di plasma dai vasi sanguigni (in inglese, questo fenomeno è detto plasma leakage). 

Oltre a ciò, è doveroso aggiungere un altro dato interessante relativo a questa pericolosa complicanza della dengue: la febbre dengue emorragica si osserva solitamente nelle persone che sviluppano l’infezione per la seconda volta, a seguito dell’esposizione a una ceppo del virus DENV diverso da quello responsabile della prima infezione. La seconda infezione, infatti, genera una risposta immunitaria più aggressiva, che potrebbe danneggiare i vasi sanguigni con le conseguenze sopra descritte.

I sintomi della febbre dengue emorragica

In genere, chi sviluppa la febbre dengue emorragica comincia a manifestarne i sintomi a distanza di 24-48 ore dalla risoluzione della febbre, disturbo tipico dell’infezione tradizionale.

La sintomatologia caratteristica di questa potenziale grave complicanza comprende:

  • dolore allo stomaco e addominale;
  • vomito frequente;
  • vomito con sangue (ematemesi);
  • sangue nelle feci;
  • sangue da naso e gengive sanguinanti;
  • estrema stanchezza, irritabilità e irrequietezza.

Conoscere i sintomi della febbre dengue emorragica è utile soprattutto a chi vive o viaggia in zone in cui l’infezione è endemica, in quanto permette di dare loro il giusto peso e rivolgersi tempestivamente a un medico.

In Italia è possibile ammalarsi di dengue?

Nel recente passato, anche in Italia, si sono registrati casi di dengue autoctoni, ovvero originari nel territorio nazionale italiano.

Nel 2024, si sono segnalati casi sporadici e piccoli focolai in varie Regioni, tra cui Marche, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana e Abruzzo (fonte Epicentro). Le zanzare protagoniste della trasmissione sono state quella della specie Aedes albopictus.

Come si diagnostica la dengue?

Per la diagnosi di dengue servono esami del sangue per la ricerca di anticorpi e di virus nel campione biologico prelevato.

La raccolta dei sintomi, l’esame obiettivo e l’anamnesi possono fornire informazioni importanti, ma non bastano per la certezza diagnostica.

Come si cura la dengue?

Attualmente, non esiste un farmaco o un altro tipo di cura specifica che guarisca dalla dengue.

Chi malauguratamente sviluppa questa infezione deve attendere la sua risoluzione spontanea, con la speranza che non evolva in febbre dengue emorragica.

Per quanto riguarda la gestione dei sintomi, invece, le strategie utili non mancano e si possono riassumere nelle seguenti indicazioni:

  • stare a riposo assoluto;
  • bere molta acqua per mantenere il giusto grado di idratazione;
  • assumere paracetamolo per la febbre, il mal di testa e i dolori muscolari, ossei e articolari;
  • evitare FANS e aspirina, in quanto questi antinfiammatori possono aumentare il rischio di emorragie interne, con conseguenti fatali per il paziente.

In assenza di complicanze, una persona tutto sommato in buona salute supera completamente l’infezione, sentendosi nuovamente in forze, nel giro di 2 settimane.

Chi sviluppa la febbre dengue emorragica ha bisogno di un supporto ospedaliero per la gestione dei sintomi, fondato fondamentalmente sulle indicazioni fornite in precedenza (riposo assoluto, idratazione, paracetamolo), con l’unica differenza che è previsto un monitoraggio continuo delle condizioni del paziente

Dalla dengue si può guarire?

La maggior parte delle persone guarisce dalla dengue senza conseguenze.

Solo 1 persona su 20 sviluppa la febbre dengue emorragica, la quale può anch’essa avere una prognosi benevola, a patto però che le cure ospedaliere siano immediate e appropriate.

È possibile ammalarsi ancora di dengue?

Chi ha contratto la dengue sviluppa un’immunizzazione specifica contro il ceppo virale infettante, capace di proteggere anche dagli altri tre ceppi, ma non con la medesima efficacia

Questo vuol dire che, esposto a un ceppo differente di DENV, può ammalarsi nuovamente, con un rischio maggiore per la febbre dengue emorragica.

Esiste un vaccino contro la dengue?

A febbraio 2023, l’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) ha approvato l’utilizzo e la commercializzazione di un vaccino specifico contro la dengue, noto con il nome di Qdenga.

Appartenente alla categoria dei vaccini vivi attenuati, Qdenga protegge da tutti e quattro i ceppi del virus dengue (vaccino tetravalente) e prevede due somministrazioni, da effettuarsi a distanza di 3 mesi l’una dall’altra.

Somministrabile a partire dai 4 anni di vita, Qdenga funziona simulando il primo contatto con il virus della dengue, senza però causare l’infezione vera e propria; ciò innesca una risposta immunitaria, che culmina con la produzione di anticorpi contro tutti e quattro i ceppi di DENV.

La vaccinazione contro la dengue è raccomandata a coloro che devono compiere viaggi di diverse settimane in zone in cui l’infezione è endemica o che devono recarsi ripetutamente in queste aree, soprattutto se sono già stati esposti una volta al virus della dengue (questo perché, in tali condizioni  come detto, c’è un rischio maggiore di febbre emorragica in seguito a un’eventuale seconda infezione). 

Come proteggersi dalla dengue?

Il modo migliore per ridurre il rischio di dengue è proteggersi dalle punture di zanzara, in particolare quella della specie Aedes. A livello pratico, questo significa:

  • usare lozioni o unguenti contenenti dal 20 al 30% di DEET (dietiltoluamide) o altre sostanze repellenti per le zanzare altrettanto efficaci: quando si acquistano questi prodotti è molto importante assicurarsi che siano adatti anche per i bambini;
  • coprirsi con indumenti a trama fitta, anche nei punti normalmente esposti, soprattutto nelle ore del giorno in cui le zanzare sono maggiormente presenti;
  • rimuovere l’acqua stagnante nelle aree attorno alla propria abitazione: bisogna prestare attenzione ai sottovasi, ai punti di raccolta dell’acqua piovana, a eventuali secchi o ciotole;
  • dotare le finestre della propria abitazione di zanzariera e riparare eventuali buchi su quelle già presenti: se non si dispone delle zanzariere, bisogna tenere chiuse le finestre;
  • se possibile, attorno alla propria abitazione, effettuare trattamenti larvicidi (che uccidono la zanzara prima che diventi adulta) ogni 2-3 settimane: le aree di intervento sono i punti in cui si accumula acqua stagnante, come tombini, caditoie, sottovasi.
  • se possibile, allestire attorno alla propria abitazione un impianto perimetrale antizanzare: questi impianti possono sfruttare sia prodotti chimici, sia prodotti a base di oli essenziali, maggiormente adatti in presenza di animali domestici e bambini piccoli.

L’attuazione di queste piccole accortezze permette di ridurre in modo significativo il rischio di puntura e, conseguentemente, di dengue.

Come proteggersi dalla dengue in viaggio?

Le persone dedite a viaggi prolungati o ripetuti in zone in cui la dengue è endemica dovrebbero, per prima cosa, provvedere a vaccinarsi contro il virus (salvo la vaccinazione non sia controindicata) e, in secondo luogo, aver cura di proteggersi dalle punture di zanzara tramite indumenti appropriati e l’uso di repellenti, e evitando di stare all’aperto nelle ore di massima circolazione dell’insetto.

Domande Frequenti (FAQ)

Quali sono i sintomi della dengue?

I sintomi tipici della dengue includono febbre alta (fino a 40°C), dolore intenso dietro gli occhi, eruzione cutanea pruriginosa, nausea e vomito, e dolori muscolari, ossei e articolari. Questa sintomatologia dura generalmente dai 3 ai 7 giorni e si manifesta dopo 4-10 giorni dalla puntura della zanzara infetta. In molti casi, l’infezione può essere asintomatica o presentare sintomi lievi.

Come si trasmette la dengue? 

La dengue è una infezione virale trasmessa principalmente all’uomo tramite la puntura di zanzare infette, in particolare delle specie Aedes aegypti (non ancora presente in Italia) e Aedes albopictus (zanzara tigre), ampiamente diffusa. Non è contagiosa direttamente da persona a persona. L’unico modo per contrarla è tramite la puntura di zanzara, sebbene sia possibile la trasmissione da una donna incinta al feto.

Cosa fare in caso di sospetta dengue? 

In caso di sospetta Dengue, soprattutto se si vive o si è viaggiato in aree endemiche, è importante contattare un medico. La diagnosi richiede esami del sangue specifici per la ricerca di anticorpi o del virus. Non esiste una cura specifica, quindi il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi: riposo assoluto, idratazione abbondante e assunzione di paracetamolo per febbre e dolori. È fondamentale evitare FANS e aspirina a causa del rischio di emorragie interne. Se compaiono segni di allarme di dengue grave, come forte dolore addominale o sanguinamento, è necessario recarsi immediatamente al pronto soccorso.

La dengue è pericolosa? 

Per la maggior parte delle persone, la dengue ha un’evoluzione benigna e si risolve spontaneamente senza conseguenze. Tuttavia, in rari casi (circa 1 persona su 20), può evolvere in una grave complicanza potenzialmente letale, nota come febbre dengue emorragica. Questa forma grave, più comune in caso di una seconda infezione con un ceppo virale diverso, è un’emergenza medica che richiede cure ospedaliere immediate per evitare esiti fatali.

Come si previene la dengue? 

La prevenzione è l’arma migliore contro la dengue. Il modo più efficace è proteggersi dalle punture di zanzara. Questo include l’uso di repellenti cutanei (come quelli contenenti 20-30% di DEET), indossare indumenti a trama fitta che coprano la pelle esposta e dotare le finestre di zanzariere. È cruciale rimuovere regolarmente l’acqua stagnante (sottovasi, secchi, caditoie) per eliminare i siti di riproduzione delle zanzare e considerare trattamenti larvicidi. Per chi viaggia in zone endemiche o si reca ripetutamente in tali aree, soprattutto se già esposto al virus, è raccomandata la vaccinazione. In Italia, il vaccino Qdenga è stato approvato a febbraio 2023 ed è somministrabile dai 4 anni di età in due dosi a distanza di 3 mesi.