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Quali sono i sintomi iniziali del morbo di Alzheimer

da | Set 16, 2025

Il morbo di Alzheimer è la forma più diffusa di demenza senile. Caratterizzata da un declino progressivo e irreversibile delle funzioni cognitive, questa malattia si sviluppa in fasi: all’inizio, i sintomi sono lievi o sporadici; successivamente, peggiorano, al punto da interferire in modo profondo con l’autonomia del paziente e pregiudicarne seriamente la qualità di vita.

Imparare a riconoscere l’Alzheimer nelle sue fasi d’esordio ha una serie di risvolti estremamente preziosi e collegati tra loro, a cominciare dalla diagnosi precoce e dalla possibilità di attuare tempestivamente tutte le cure del caso.

Approfondiamo insieme e analizziamo con maggiori dettagli i sintomi iniziali dell’Alzheimer, perché è importante saperli riconoscere anzitempo e quali sono tutti i vantaggi della diagnosi precoce.

Cos’è il morbo di Alzheimer?

Noto più semplicemente come Alzheimer, il morbo di Alzheimer è una malattia neurodegenerativa, che comporta il declino progressivo e irreversibile delle funzioni cognitive

L’Alzheimer è la più comune forma di demenza. Le demenze sono condizioni mediche caratterizzate dal decadimento graduale delle facoltà cognitive (che porta a problemi di memoria, difficoltà di ragionamento, mutamenti del comportamento) e dalla conseguente incapacità di svolgere le normali attività quotidiane

L’Alzheimer colpisce tipicamente gli anziani: a soffrirne maggiormente, infatti, sono le persone di età superiore ai 65 anni. Va detto, tuttavia, che, seppure raramente, possono sviluppare questa patologia anche individui più giovani, tra i 30 e i 60 anni: questa forma di Alzheimer è detta Alzheimer giovanile o Alzheimer a esordio precoce ed è correlata a fattori genetici/ereditari.

Quali sono le fasi dell’Alzheimer?

L’Alzheimer è una patologia neurologica a stadi, che peggiora inesorabilmente con il tempo.

Le descrizioni mediche parlano di tre fasi principali, proprie della malattia conclamata:

  • fase lieve o iniziale o, ancora, demenza lieve dovuta al morbo di Alzheimer: come suggerisce il nome, è la primissima fase della malattia, quella in cui il paziente mostra i primi sintomi tipici in modo lieve o sporadico;
  • fase moderata o fase intermedia o, ancora, demenza moderata dovuta al morbo di Alzheimer: è la seconda fase della patologia. Essa si caratterizza per il peggioramento dei sintomi d’esordio e la comparsa di nuove problematiche (es: comportamenti ossessivi, episodi di delirio e paranoia, allucinazioni uditive) che inficiano la qualità di vita del malato. La fase moderata è anche quella più lunga;
  • fase grave o fase finale o, ancora, demenza severa dovuta al morbo di Alzheimer: è l’ultima fase nonché quella più critica. Giunto a questo stadio, il paziente è completamente incapace di badare a sé stesso. I sintomi cognitivi peggiorano ulteriormente e a essi si associano difficoltà motorie, correlate al controllo sia dei muscoli volontari che di quelli non volontari (es: incontinenza urinaria e fecale).

È doveroso segnalare che alcune descrizioni dell’Alzheimer citano altre due fasi patologiche, entrambe precedenti alla fase lieve e conosciute come Alzheimer preclinico e decadimento cognitivo lieve dovuto al morbo di Alzheimer. In questa fase il paziente manifesta sporadicamente lievi disturbi, che non ne compromettono la qualità della vita, ma che sono conseguenza di un iniziale processo di decadimento cognitivo.

A rendere possibile l’identificazione di questa fase della malattia sono stati i nuovi strumenti di diagnostica per immagini, che hanno permesso di visualizzare le modificazioni di cui sopra. 

Quali sono i sintomi iniziali?

Già in fase iniziale, seppur in modo più lieve o in maniera sporadica, il morbo di Alzheimer determina dei sintomi cognitivi e comportamentali fortemente caratteristici.

In particolare, tra le manifestazioni iniziali della malattia, figurano:

  • amnesia anterograda;
  • problemi di pianificazione e ragionamento;
  • difficoltà a portare a termine compiti abituali;
  • episodi di confusione e disorientamento spaziale e temporale;
  • tendenza a smarrire gli oggetti;
  • lievi difficoltà a comprendere le immagini visive e le relazioni spaziali;
  • lievi e occasionali problemi di linguaggio, comunicazione e calcolo;
  • occasionale mancanza di giudizio;
  • difficoltà occasionale a riconoscere oggetti di uso comune;
  • minore interazione sociale, tendenza alla passività e mancanza d’iniziativa;
  • alterazioni dell’umore e della personalità.

Inoltre, una persona con Alzheimer in fase iniziale potrebbe sperimentare lievi difficoltà di scrittura e lettura, e, occasionalmente, non ricordare i nomi degli oggetti.

Ecco, di seguito, un’analisi più approfondita dei vari sintomi iniziali, con esempi nel pratico che aiutano a comprendere meglio il problema.

Amnesia anterograda

Si tratta di un problema che riguarda la memoria a breve termine: la persona che ne soffre non riesce a memorizzare le nuove informazioni, ma ricorda quelle facenti parte del passato. Tale incapacità è invalidante, in quanto non consente di gestire la propria vita.

I problemi di memoria a breve termine sono il sintomo iniziale più rappresentativo dell’Alzheimer agli esordi.

Problemi di pianificazione e ragionamento

Sono problematiche che riguardano le funzioni esecutive del cervello.

A livello pratico, consiste in una difficoltà a elaborare e seguire un piano, come per esempio eseguire una ricetta di cucina o tenere traccia delle bollette. 

Rientrano all’interno dei problemi di pianificazione e ragionamento anche le difficoltà di concentrazione e il fatto di impiegare più tempo, rispetto a prima, nel completare un compito.

Difficoltà a portare a termine compiti abituali

Nel pratico, questo disturbo si manifesta, per esempio, con la difficoltà a organizzare la lista della spesa, preparare il pranzo, ricordare le regole del gioco preferito, usare correttamente il forno a microonde, gestire il telecomando della TV.

Si tratta, in sostanza, di una perdita di familiarità rispetto a gesti consolidati.

Confusione e disorientamento spaziale e temporale

Comportamenti tipici che rientrano in questo tipo di problematiche sono, per esempio, l’incapacità di ricordare la data del giorno o la stagione del momento, di rendersi conto del passare del tempo, di comprendere qualcosa che non accade in quell’istante, di realizzare dove ci si trova e come ci si è arrivati.

Questa confusione è molto di più di un semplice interrogativo “Oggi che giorno è?”, risolto poco tempo dopo semplicemente facendo mente locale e collegando date a eventi dei giorni passati.

Tendenza a smarrire gli oggetti

A tutti capita di perdere in casa un oggetto di uso comune, come per esempio le chiavi della macchina. Basta, però, ripercorrere cosa si è fatto in precedenza e il problema è risolto.

In presenza di Alzheimer, invece, lo smarrimento dell’oggetto si associa a un’incapacità di ricordare cosa si è fatto prima, meccanismo mentale fondamentale per ritrovare quanto perso.

Difficoltà a comprendere le immagini visivi e le relazioni spaziali

Sono frutto di alterazioni della vista, che possono tradursi, a seconda del paziente, in problemi di equilibrio, problemi di lettura, difficoltà a valutare le distanze o determinare colori o contrasti.

Da tutto ciò possono derivare anche seri pericoli, soprattutto nel momento in cui la persona interessata si cimenta in attività come la guida, che richiedono una capacità visiva integra.

Problemi di linguaggio e comunicazione

Si palesano con difficoltà a seguire o partecipare a una conversazione, con ripetizioni continue di frasi o domande o, ancora, con interruzioni improvvise del dialogo dovute all’incapacità di trovare parole per proseguire.

Rientrano in questo tipo di problemi anche le difficoltà di vocabolario e quelle relative a nominare un oggetto familiare con l’appellativo corretto.

Mancanza di giudizio

A livello pratico, la mancanza di giudizio si traduce in un’incapacità di gestione del denaro o in una minore attenzione per l’igiene personale e la propria persona in generale.

Minore interazione sociale

Le difficoltà nel mantenere una conversazione citate in precedenza possono avere ripercussioni sui rapporti sociali, portando il paziente a isolarsi.

È di comune riscontro il fatto che il paziente limiti sempre di più le proprie attività sociali e abbandoni quelle consuetudini (hobbies compresi) che portano a interagire con altre persone.

Alterazioni dell’umore e della personalità

È molto comune anche nella prima fase dell’Alzheimer che il paziente sia confuso, sospettoso, depresso, ansioso, pauroso, soprattutto quando si trova al di fuori della sua zona di comfort, quando è spaesato. 

Perché è importante riconoscere i primi sintomi: la diagnosi precoce?

Conoscere e saper riconoscere i primi sintomi del morbo di Alzheimer non solo aumenta la consapevolezza di quando è il caso di consultare uno specialista, ma soprattutto favorisce la diagnosi precoce.

La diagnosi precoce di una malattia neurodegenerativa come l’Alzheimer è fondamentale in chiave terapeutica, in quanto permette di iniziare tempestivamente il percorso mirato di trattamenti.

Ricordando che non esiste una terapia per la guarigione, nel malato di Alzheimer, la tempestività delle cure si associa a un più efficace intervento di rallentamento della progressione della demenza e, conseguentemente, a una maggiore speranza di mantenere più a lungo le funzioni cognitive dell’individuo.

Una gestione terapeutica tempestiva e puntuale dell’Alzheimer ha un ruolo cruciale nel posticipare le fasi successive della patologia, in particolare quella finale.

Ma non è tutto.

La diagnosi precoce è preziosa anche perché consente di pianificare al meglio il futuro (adattando, per esempio, l’abitazione del malato in base alle sue nuove esigenze), coinvolgere la famiglia e attivare le reti assistenziali.

Chi ha l’Alzheimer se ne accorge?

I sintomi dell’Alzheimer insorgono in modo quasi impercettibile (quindi, è difficile accorgersene). Del resto, si tratta di una malattia a lenta progressione, che agisce gradualmente giorno dopo giorno.

Le persone in cui insorge in età lavorativa hanno maggiori probabilità di rendersi conto del problema, perché potrebbero sperimentare alcune difficoltà nella loro attività. Negli anziani pensionati e poco attivi, invece, tutto è molto più complesso, perché i cambiamenti e le difficoltà hanno ripercussioni meno profonde sulla quotidianità.

Quali sono gli obiettivi della terapia?

La terapia dell’Alzheimer è sintomatica e mira a contrastare le manifestazioni principali della malattia e mantenere il più possibile le funzioni cognitive del malato.

Tra le opzioni terapeutiche, figurano farmaci e trattamenti non farmacologici. Il connubio corretto e mirato di questi è fondamentale per rallentare la progressione dell’Alzheimer e ritardarne le fasi più avanzate.

I farmaci comprendono quelli che servono a migliorare i sintomi cognitivi, come la memantina e gli inibitori dell’acetilcolinesterasi, e quelli indicati contro i sintomi psichiatrici, come gli antipsicotici e gli antidepressivi.

I trattamenti non farmacologici, invece, includono la fisioterapia, la terapia occupazionale, la terapia comportamentale, la terapia del linguaggio, la stimolazione cognitiva e la terapia della reminescenza.

Domande frequenti (FAQ)

Cos’è il morbo di Alzheimer? 

Il morbo di Alzheimer è la forma più comune di demenza; una malattia neurodegenerativa che provoca un declino progressivo e irreversibile delle funzioni cognitive. Colpisce la memoria, il pensiero, l’apprendimento e le capacità organizzative, danneggiando e distruggendo le cellule cerebrali nel tempo.

Quali sono i primi segnali e sintomi?

Uno dei segnali iniziali più comuni è la perdita di memoria che ostacola la vita quotidiana, in particolare la difficoltà a ricordare informazioni recenti. Altri sintomi includono problemi di pianificazione, difficoltà a svolgere compiti familiari, confusione spazio-temporale, problemi di linguaggio e cambiamenti di umore o personalità.

Come si differenzia dai normali cambiamenti legati all’età? 

I normali cambiamenti legati all’età possono includere l’occasionale dimenticanza di nomi o appuntamenti, ricordandoli in seguito, o piccoli errori nella gestione delle finanze. I sintomi dell’Alzheimer, invece, sono più gravi, interferiscono con la vita quotidiana e includono la ripetuta dimenticanza di informazioni apprese di recente o l’incapacità di ripercorrere i propri passi per ritrovare oggetti smarriti.

Perché è importante riconoscere precocemente i sintomi?

Riconoscere i primi sintomi è fondamentale perché favorisce la diagnosi precoce, permettendo di iniziare tempestivamente i trattamenti. Sebbene non esista una cura, la diagnosi e il trattamento tempestivi possono rallentare la progressione della malattia, aiutare a mantenere più a lungo le funzioni cognitive e l’indipendenza, e consentire di pianificare al meglio il futuro.

Esistono trattamenti per il morbo di Alzheimer?

Nonostante non ci sia una cura definitiva per l’Alzheimer, esistono trattamenti che possono gestire i sintomi e rallentare la progressione della malattia. Questi includono farmaci come gli inibitori della colinesterasi e la memantina per i sintomi cognitivi, e terapie con anticorpi monoclonali (es. lecanemab, donanemab) per rimuovere le placche amiloidi. Anche terapie non farmacologiche come fisioterapia e stimolazione cognitiva sono importanti

Si può prevenire il morbo di Alzheimer? 

Nonostante alcuni fattori di rischio come l’età e la genetica non siano modificabili, è possibile adottare misure per ridurre il rischio. Queste includono seguire una dieta sana (come la Mediterranea), svolgere attività fisica regolare, mantenere la mente attiva con hobby stimolanti e impegnarsi in attività sociali. Anche il controllo di condizioni come ipertensione, diabete e colesterolo alto può contribuire.